Rosario Sacripante, di Amario e di Maria Nicola Cretara. Nato a Penne il 23 ottobre 1898, morto a Penne il 16 ottobre 1968. Marito di Elisabetta Di Mattia dalla quale ebbe otto figli. Muratore socialista, sottoposto a sorveglianza da parte della Questura per le sue idee antifasciste, nel mese di aprile del 1937 risultò capo dei sovversivi di Penne e ciò gli costò l'immediato invio al confino a Limbati, paesino della Calabria. Nel 1970, due anni dopo la scomparsa, ottenne alla memoria la nomina a Cavaliere di Vittorio Veneto. Il Comune di Penne, in data 4 maggio 2008, gli ha dedicato la via che collega via Verrotti alla Circonvallazione Aldo Moro, nella zona del parcheggio multipiano. Di seguito riportiamo alcune pagine delle pubblicazioni che ricordano le tristi vicende subite dell'allora giovane antifascista pennese. (L.G.)
Scheda compilata dal Comune di Penne il 14 aprile 1932 in occasione del rilascio della carta d'identità a Rosario Sacripanate. Il fratello minore di Rosario di nome Peppino (nato a Penne nel 1902), nel lontano 1922, nel periodo della marcia su Roma, aveva anch'egli duramente pagato la sua avversione al fascismo. L'episodio squadrista subito da Peppino, muratore emigrato a Roma, è stato ripreso da Gian Franco Venè in alcune pagine del libro CRONACA E STORIA DELLA MARCIA SU ROMA pubblicato nel 1990. L'episodio ripreso da Gian Franco Venè nelle pagine del suo libro, venne raccontato su diversi giornali dell'epoca. Sotto riportiamo gli articoli pubblicati su La Stampa di Torino e, sotto, su Il Messaggero di Roma.
Sussidio inviato ad Amario Sacripante padre del confinato politico Rosario. |