LACUNE  LETTERARIE  D'ABRUZZO

Appunti, spunti e contrappunti su 4 letterati d'Abruzzo

Croce, d'Annunzio, Flaiano, Silone


                              di Aleardo RUBINI

      Alle aste sono stati messi in vendita migliaia di dattiloscritti, lettere, inediti, autografi di Benedetto Croce. I "crocisti" non ne sanno nulla, e mai si sono occupati degli scritti firmati "Don Ferrante" su "Napoli Nobilissima", la rivista di Croce. Chi era se non lui? Don Benedetto (il teorico dell'errore che rivendicava a sé "il diritto di sognare") si occupò dei monumenti dell'Abruzzo senza averli mai visti: a Napoli copiava a tavolino le cose sbagliate altrui senza capire e senza documenti: non ne conosceva nemmeno uno e confuse i Comuni dell'Abruzzo e così via di seguito (fra l'altro, definì barocca una chiesa che invece è gotica dell'inizio del '200: in mezzo alla navata centrale c'è l'anno). Alla faccia dello "storicismo assoluto".

     Ennio Flaiano detestava i premi letterari e li accusava di avergli causato l'infarto (ma vi partecipava...). E' ricordato vincitore del Premio Strega 1947 (e perché quale non vincitore del Premio Campiello?), ma non come lo vincesse. Frequentava con la moglie casa Bellonci dove si organizzava quel Premio, e vinse con 67 voti su 140 votanti (gli aventi diritto al voto erano 170). La vittoria fece scoppiare il finimondo e fu accusato di essere il candidato della destra e dei liberali. Del resto, scriveva su "Il Tevere", il più razzista dei giornali fascisti, e da incoerente su "Il Risorgimento Liberale", quotidiano del PLI.

     Ignazio Silone non vinse il Premio Nobel perché la sua prosa fu giudicata una sciatteria. Fu bocciato al Premio Viareggio il cui patron era il comunista (ma fascista durante il ventennio) Leonida Repaci. Come avrebbe potuto vincerlo con un libro politico se dal PCI era stato espulso? Diventò ancora più famoso grazie allo scandalo di spia dell'Ovra.

     Gabriele d'Annunzio: i "dannunzisti" sono sempre lacunosi, le loro lacune sono un'infinità. Si divertono a citare la stroncatura di Croce ("dilettante di sensazioni") e ignorano la risposta del Pescarese: "Uno dei miei odiatori - Ben. Cr. - ha tanto ingegno quanto un bue nel ruminare". Non hanno mai pubblicato la sua dichiarazione del 24 maggio 1907, la lettera a Benito Mussolini il 7 settembre 1919 annunciandogli l'impresa di Fiume ("il Giornale", 8 marzo 2011, p. 25), quella al Colonnello Alberto Valentini Alvarez del 3 novembre 1918 attaccando l'Italia che aveva abbandonato Fiume, ecc. Il volo su Vienna non fu concepito nel 1918: una lettera del Vate da Venezia, 25 giugno 1918, al "Mio caro Ingegnere", ci fa noto che l'idea rimontasse all'ottobre 1915.