di Aleardo RUBINI
Il testamento di Margarita d'Austria, 3 gennaio 1586, non è stato pubblicato integralmente, forse a causa della sua lunghezza: occupa più di 40 facciate. Riassunto solo nella parte centrale, che è in italiano, l'inizio e la fine in latino sono stati tralasciati. Le copie, che sono contraddittorie, non hanno visto la luce ugualmente; una sconosciuta è stata individuata da noi e resa nota ai convegni che si fecero per il IV centenario della morte. Fu la benemerita Ines d'Onofrio (1) ad occuparsene per prima, in un libro sempre utile, nonostante l'incompletezza; Renato Lefevre (2) l'ha accusata di "molti errori di lettura", ma questi sono pure in lui e chissà quanti, dall'inesistente "G. B. Bernardis" a "Scorpiano, Scorpiana, Beatrice della Marca, Rovere, Rossi, Cappabianca, scudi, Biancazo, Leonardo Fortella, Leonardo Gestella", e si potrebbe continuare con questi autori che di secolo in secolo si ripetono l'un l'altro.
Margarita al Notaio che mise su carta il testamento lasciò non "scudi", ma "ducati". I suddetti nomi vanno corretti in "Scorpione", "Beatrice della Marra", "Rivera", "Roscio", "Pietra bianca". "Biancazo", che altrove è "Brancazzo"-"Brancato", in realtà è "Brancaccio". I documenti ortonesi hanno Leonardo de Jertella I(udex) R(egius)", "Leonardo Iertella". Giovanni Bonanni (3) si servì di un antico manoscritto con la Duchessa "nella quarta camera... in domu palatiata messer Camille (sic) de Sanctis". Lefevre: "nella quarta camera... in domo palatiata di messer Camillo de Sanctis". Il testamento smentisce: "in Domo Mag(nifi)ci Camilli de Sanctis... in tertia Camera". Bonanni era un confusionario: trasformò Leonardo de Jertella in "Leonardo Merletti", e pretese che l'originale e le copie del testamento siano dispersi, ma ci sono ancora.
Lasciamo ad altri un'analisi del contenuto, sul quale ci sarebbe molto da dire, anche a proposito di persone stranamente tralasciate e mancate spiegazioni: non c'è Camillo de Sanctis e la Signora Pietra bianca chi era? La consorte di Carlo Pietra bianca? Margarita è con lui in un testo edito a L'Aquila nel 1579: "CAROLI A PETRA ALBA". "Scorpioni", "Castiglioni", "Valignano", "Giovanni di Dernardi", "Casate", vanno corretti in "Scorpione", "Castiglione", "Valignani", "Joannes Baptista de Bernardo" e "Joannes Baptista Bernardus" (ci sono più forme), "Casata". "Leonardus Gesteba" nello stesso esemplare diventa "Leonardus Fortella". Ridicolo è "dell'Oreto", che invece è Loreto nelle Marche, "del Stato", "del Aquila", "Cività", "Padria", "fabrica", "Zardino", "favorischino", "intentione", "spetialmente", "cirurgico", "protettione", "Lettica'V'delli megli", "Nuncio Siricatti" (con "Nuncio" rifatto una decina di volte, in seguito "Nuccio Sirigatti"); "Servidore", "Tartaruca", "Menescalco", "Sellaro", "cocchiero", "portiera", "Zoccoli" per Zoccolanti, i Frati; "legitimo", "collaro", "un'altro", "smeralto", "bocale", "d'orato", "ne" anziché "né", "forno compri", "cello", "fussa", "cupa", "commutatione", "uno bicchiero", "montagnia", "francie", "rascia", "matarazi", "Margharita", "scuti", "secretano", "descendenti", "da hora", "ligato", "Adri" (è Atri), "forno", "homini", "onze", "nelli", "vadino", "hospitali", "li", "heredi", "robba", "dolo", "un'anello", "quindeci", "appartinentie", "Alli", "Guardarobba", "faccino", "Altobrandini" e così via di seguito.
Che avesse lasciato a Pianella 3.000 ducati per 2 maritaggi annui è una pura invenzione; "Theofilo Roscio" rinvia a Violante de' Rossi di Carpi, una damigella di Margarita che si sposò con Geronimo Scorpione di Penne (4). Giovanni Battista Casata di Milano era il Tesoriere di Margarita (5), dopo la sua morte ebbe a che fare con i Farnese e si occupò dei beni dell'Abbazia di San Giovanni in Venere a Fossacesia (CH), trattativa ostacolata dalla presenza dell'Arcivescovo di Chieti. Del Sirigatti, Auditore della Duchessa; è preziosissima una lettera resa nota dal compianto storico abruzzese Vincenzo Di Flavio (6): conferma le altre fonti e smentisce un'inutile "storiografia" per la quale Margarita morì il 20, ma il giorno vero è il 18, perfino nel maggiore storico abruzzese, Anton Ludovico Antinori (7). Nello stesso foglio incappò in una svista definendola "governatrice d'Abruzzo", ma lo era dell'Aquila. Come faceva l'aquilano Antinori a non saperlo?
Sempre nel Lefevre: "non volle nemmeno dimenticare le sue predilette terre d'Abruzzo", ma il Contado di San Valentino non c'è e a lui e ripetitori è sconosciuto (8). Disse che l'ultimo acquisto di Margarita fosse stato Ortona nel 1582 (9), ignorando il Contado del 1583. A gestire le operazioni era Ferdinando Zunica; il cognome è spagnolo ed ebbe a che fare con venditrici spagnole (10).
Dall'atto del 1583 apprendiamo che '"Ferdinandi de Sugnica" fosse il Generale Agente, Gestore e Procuratore di Margarita in Napoli."Sugnica" doveva essere scritto "Zuñica".
Lo stemma in copertina è di Margarita ed è una stranezza: include i gigli dei Farnese (si sposò con Ottavio Farnese, vedova di Alessandro dei Medici) ed esclude le palle medicee. L'araldica margaritiana non ha né gigli né palle; si vedano ad esempio quella nei Capitoli del 1579 promossi dalla Duchessa (11) e l'altra nel disegno del 1583 di Ortona (12). Alessandro è ora ristudiato (13); una trattazione del tutto sbagliata la fece l'Antinori, un disinformato totale per il quale Margarita nel 1522 era già vedova e con questa dote passò a nuove nozze.
1. II carteggio intimo di Margarita d'Austria, Napoli, 1919.
2. Ricerche su "Madama" Margherita d'Austria e l'Italia del '500, Castel Madama, 1980.
3. Il Palazzo Farnese in Ortona a mare/Margherita d'Austria, Lanciano, 1897.
4. Aleardo Rubini. Una lettera inedita di Margarita d'Austria, "Lacerba", n. 8, 2013, p. 5
5. Idem, Margarita d'Austria e Loreto Aprutino, Penne, 1989.
6. Borbona e Margherita d'Austria, "Rivista Mensile'", novembre 2005.
7. Annali degli Abruzzi, sub anno 1586, f. 666, numerazione irregolare.
8. Aleardo Rubini, Il Contado di S. Valentino in A. C., Penne, 1992.
9. Notizie e documenti sul Palazzo Farnese di Ortona, L'Aquila, 1975, edito nel 1980.
10. Andrea Di Nicola, L'acquisto di Posta e Borbona, "Il Territorio", 1987-1988, pp.l 19-128.
11. Idem, I Capitoli del Borghetto, Comune di Borgovelino, 1985, tav. f. t.
12. Ortona nel Seicento, Ass.ne Ortonese di Storia Patria-AAST, 1997, p. 58.
13. Francesco Benedetti, La madre del moro, Pescara, 1995.
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